KIMONO
NUOVI
collezione Giappone 2010

questi due ideogrammi si leggono Ki-Mono, ovvero Vestire (ki,
da kiru) e Cosa (mono), traducibile dunque con il
termine "vestito". In effetti la parola Kimono
indica numerosi tipi diversi di abito tradizionale giapponese, dal
kimono a noi noto, alle giacche da indossare sopra, ai
sotto-kimono, ecc ecc.
Vi presentiamo quindi dei kimono originali,
realizzati in Giappone, per il mercato giapponese, selezionati e
importati direttamente da Casazen.
si tratta della collezione giapponese del 2010
 Oltre
ad essere uno dei simboli del Giappone tradizionale è anche un
modo per avvicinarsi alla cultura del Sol levante: la tessitura, i
materiali, le tecniche di tintura e di decorazione, i simboli e i
temi, tutti questi aspetti sono stati per me una porta sul
Giappone...mi hanno portato -indagando, studiando- a conoscere
molti aspetti della cultura tradizionale. Dal vestito alla
cultura. Il bello è che la si può indossare questa cultura...
Ed inoltre consiglio a tutti di provare il Kimono: è un abito che
esige un certo portamento, una certa attenzione nelle movenze,
stimola insomma l'eleganza.
Hai
domande specifiche? Chiedimi

(per i periodi precedenti, clicca qui)
Periodo
Heian: jūnihito-e
che letteralmente significa “12 abiti diversi”. Infatti le
donne indossavano più abiti uno sopra l’altro, fino ad arrivare
anche a venti. Maggiore era il numero degli strati, maggiore era
il prestigio e il rango della donna che li indossava. Il colore
specifico degli strati era più importante delle decorazioni.
Esistevano circa 200 regole che stabilivano la combinazione dei
colori del kimono. I colori erano stabiliti per rispecchiare le
stagioni e le loro caratteristiche, rivelando il profondo legame
dei giapponesi con la natura circostante. Da novembre a febbraio
si indossavano kimono bianchi fuori e rossi all’interno, in
marzo e aprile kimono color lavanda fuori e blu all’interno.
Inverno e primavera prevedevano anche un soprabito giallo e
arancione. Lo strato più interno era il kosode, nome che
si riferiva non alla lunghezza della manica ma alla sua apertura,
lo strato più esterno karaginu, poi uchikake. Era
somigliante a quest’ultimo, ma dai colori più sobri, l’abito
indossato quotidianamente dall’uomo di corte detto kariginu..
Periodo Kamakura e Muromachi: I nuovi governanti del bakufu
indossavano abitualmente lo hitatare e le loro mogli il kosode
che inizialmente era portato sotto altri abiti; solo in occasioni
importanti portavano l’uchikake.
Periodo Azuchi-Momoyama e Edo:
Nascono
i quartieri del piacere popolati di geisha e attori del kabuki
che lanciano nuove mode. Malgrado la varietà degli abiti sia
molto vasta, l’abito femminile resta fondamentalmente il kosode
e quello maschile il kamishimo, composto da kataginu,
una giacca con le maniche corte e dai nagabakama. I
guerrieri di alto rango continuano ad indossare il kariginu.
I cittadini comuni indossavano il kosode e lo haori.
Periodo Meiji: Il Giappone fu fortemente influenzato
dall’Occidente, di cui cercò di imitare la tecnologia e
l’industria avanzate. Il governo invitò il popolo ad utilizzare
abiti in stile occidentale e nelle cerimonie formali, i kimono con
gli emblemi di famiglia.
|
|